Non si arresta la vendita all’estero dei prodotti Made in Italy, che continuano a conquistare l’interesse dei mercati internazionali. È quanto emerge dall’ultima recensione del Censis, l’Istituto di ricerca socio-economica italiano, che ha analizzato i dati del Paese e diffuso una fotografia degli aspetti economici e strutturali dell’Italia e delle prospettive di sviluppo nel medio e lungo periodo.
Dai dati contenuti nella recensione dell’istituto emerge come lo scorso anno l’export italiano abbia superato i 600 miliardi di euro, diviso tra le esportazioni di merci (516 miliardi) e di servizi (87 miliardi). I commenti dell’Istituto evidenziano inoltre le nuove strategie messe in campo dalle imprese: sempre più aziende optano per il friend-shoring, ossia l’intensificazione della collaborazione con quei paesi esteri che condividono il nostro stesso sistema di valori.
Le strategie adottate dalle aziende italiane per intercettare le opportunità di business presenti nei mercati internazionali sono al centro delle opinioni dei principali esperti di export. Sono un esempio le opinioni diffuse da Co.Mark, la nota azienda per lo sviluppo commerciale estero, che in una sua recensione sui principali partner commerciali del Paese, identifica nei paesi europei, come la Germania, la Francia e la Spagna e in quelli d’oltreoceano, come gli Stati Uniti, i principali mercati su cui orientare le strategie commerciali delle imprese del territorio.
Tra gennaio e giugno, si legge in un commento del Censis, le vendite all’estero dirette verso l’Ue e il Regno Unito sono aumentate del 22,9%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In base alle rilevazioni contenute nella recensione, infatti, si stanno intensificando gli scambi commerciali con i paesi dell’area del Mediterraneo e del Nord-America. Nei primi sette mesi si registrano 364,4 miliardi di euro di esportazioni italiane in tutto il mondo, di cui il 78,8% verso i mercati in cui è stata adottata una strategia di friend-shoring.
All’interno della recensione sono inoltre disponibili le opinioni sui quattro principali settori chiave del Made in Italy: abbigliamento e moda, alimentari e bevande, arredo casa e l’industria meccanica.
Dai commenti dell’Istituto si evince che i quattro principali settori dell’industria italiana valgono 288 miliardi di euro, pari a circa il 60% dell’export totale del Bel Paese. L’istituto diffonde inoltre le opinioni sulla crescita futura del Made in Italy: per quest’anno si attende infatti un incremento delle esportazioni di 70 miliardi di euro, di cui 53 miliardi attesi per la sola vendita all’estero di beni.
All’interno di questo scenario si evidenziano i commenti positivi sulle aziende produttrici di materiali da costruzione, come i distretti di Sassuolo, Scandiano, Faenza, Impruneta e Vietri, che fanno registrare incrementi considerevoli del volume di esportazioni. Ottime anche le performance dei prodotti farmaceutici e chimici, seguiti dalle aziende metallurgiche e chimiche.
I commenti diffusi dal Censis sulla situazione economica e sociale in Italia sottolineano come le vendite all’estero dei prodotti nazionali costituiscano un vero e proprio traino per il pil del nostro paese, che continua a crescere nonostante l’aumento del costo delle materie prime e dell’energia.
È opinione diffusa tra gli esperti che le risorse messe in campo dal PNRR unite all’azione del Governo saranno fondamentali per arginare le difficoltà delle microimprese colpite dall’aumento dei prezzi e per promuovere le attività produttive delle aziende tra i 50 e i 249 addetti, cresciute di più di 2 mila unità.
L’export si conferma il motore per la crescita e lo sviluppo delle PMI italiane, spetterà ora all’imprenditoria locale saper sfruttare le opportunità messe in campo dal PNRR per espandere il proprio business nei mercati internazionali.