In base ad una ricerca condotta da Doxa, autorevole società di studi demoscopici, gli italiani hanno nelle loro case una notevole quantità di beni preziosi direttamente riconducibili all’oro, ovvero il metallo più nobile ed importante del mondo. Si stima che nelle case del Belpaese sia presente in un’entità quantificabile di oltre 120 milioni di €uro, ovvero 2000 € a persona.
Un dato piuttosto significativo, ulteriormente testimoniato dal fatto che ciascun italiano disponga, individualmente, di almeno 7 oggetti preziosi per circa 64 grammi cadauno. Un tesoretto, talvolta, detenuto in maniera quasi inconsapevole, visto che molti nostri connazionali, poi, tendono a non indossare questi beni nella propria quotidianità.
Spese impreviste e altre motivazioni
Solo il 30% degli italiani, infatti, indossa quattro di questi oggetti almeno una volta, mentre l’80% non è in grado di stabilire quale sia il loro reale valore. Un aspetto, quest’ultimo, particolarmente importante, visto che gli oggetti in oro possono tramutarsi in un ottimo elemento per reperire liquidità e far fronte agli impegni economici e finanziari quotidiani.
Come ben sanno – ad esempio – i cittadini capitolini, tra i maggiori possessori di questi beni preziosi, rivolgersi ad un compro oro può rivelarsi un’ottima soluzione per vendere oggetti ritenuti superflui o non indispensabili, ed incamerare quelle risorse da poter impiegare nell’acquisto di beni o servizi ritenuti maggiormente essenziali.
Le motivazioni per le quali ci si affida ad un compro oro per la valutazione del proprio bene prezioso sono davvero le più svariate. Lo studio effettuato, in tal senso, lo evidenzia in maniera piuttosto evidente. Al primo posto spicca la necessità di far fronte a spese impreviste ed inattese, ossia quelle che mettono in grandi difficoltà la maggior parte delle famiglie italiane.
Piuttosto che attendere le lungaggini bancarie per ottenere un fido bancario, nel caso la somma necessaria sia di importo contenuto, o un finanziamento, qualora sia indispensabile ottenere liquidità più cospicua, gli italiani si rivolgono alle gioiellerie che sono in grado di fornire immediatamente una valutazione del bene e di fornire, qualora si trovasse un accordo tra acquirente e venditore, le disponibilità liquide richieste.
Non solo spese stringenti
Negli ultimi vent’anni, complice anche la forte perdita del potere d’acquisto accusato dalle famiglie italiane, la vendita dei beni preziosi viene effettuata anche per far fronte a spese estremamente importanti, che riguardano direttamente la vita dei figli. L’esempio più classico, in tal senso, è rappresentato dal pagamento delle rette scolastiche ed universitarie, che sono la seconda motivazione principale per cui gli italiani cercano di ottenere liquidità mediante la vendita dei propri oggetti d’oro.
Non sempre, però, si decide di disfarsi del proprio oggetto prezioso per motivi primordiali o di stringente necessità di carattere familiare. Circa il 40% delle persone, infatti, decide di vendere l’oro posseduto per poter esaudire un proprio desiderio, come un viaggio in un paese lontano e mai visitato, piuttosto che acquistare uno strumento tecnologico particolarmente evoluto e dal costo tutt’altro che contenuto.
Alcuni possessori di beni particolarmente pregiati, inoltre, decidono di venderli per poter realizzare operazioni immobiliari di impegno economico significativo, come la ristrutturazione di un immobile o l’acconto per l’acquisto di una casa, mentre altri soggetti, specie in questi mesi segnati dall’avvento della pandemia, decidono di vendere i propri beni per immettere preziosa liquidità nella propria attività lavorativa.
La mancata percezione di quanto possano costituire un ottimo elemento per ottenere liquidità, risulta piuttosto lampante. La maggior parte degli italiani, il 75% circa, associa questi elementi solo ed esclusivamente alla propria sfera personale ed affettiva, mentre solo il restante 25% è conscio di come possano tramutati, all’occorrenza, in uno straordinario salvadanaio al quale attingere della liquidità.