Il campionato di calcio di Serie A 2020-2021 rischia di non arrivare a naturale conclusione. A minacciare la corsa verso lo scudetto c’è prima di tutto la pandemia, ma al contempo esistono alcuni effetti collaterali della stessa che non possono darci la certezza che si giochi veramente fino a maggio. Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad un aumento importante dei contagi, che ha letteralmente falcidiato le squadre, anche quelle di vertice che stanno cercando di togliere dopo nove anni lo scettro alla Juve. Il protocollo redatto dalle istituzioni sportive, in collaborazione con il Comitato Tecnico Scientifico per ora ha retto, ma è stato messo a dura prova, soprattutto da alcune condotte sulle quali presto si esprimerà la giustizia sportiva.

Serie A: Napoli e Lazio rischiano grosso

Juventus-Napoli è stata l’unica partita fin qui a livello europeo che non si è disputata per la mancata presentazione di una delle due squadre. La questione Asl è stata già bollata dalla giustizia sportiva come una scusa, ricercata dal club partenopeo per non disputare un match al quale sarebbe giunto senza alcuni calciatori importanti. Sulla squadra presieduta da Aurelio De Laurentiis pende anche un’altra inchiesta della Procura Federale, quella per le presunte violazioni del protocollo dopo la partita col Genoa e che presto dovrebbe arrivare a procedimento. Le sanzioni potrebbero andare da un’ammenda alla sottrazione di punti, ma nella peggiore delle ipotesi ci sarebbe anche il rischio di retrocessione.

Stesse sanzioni le rischia la Lazio di Claudio Lotito, la cui posizione è al vaglio da parte della stessa Procura della Figc per una discordanza sui tamponi delle passate settimane. Calciatori non disponibili per due turni consecutivi di Champions League, sono stati in distinta nella sfida contro il Torino. Errori in buona fede, tentativi di fare i furbi durante una pandemia per ottenere un vantaggio sulla concorrenza? Lo diranno i tribunali sportivi, ma se il protocollo fin qui ha retto tenendo in piedi una delle principali industrie del Paese, perché metterlo a rischio con comportamenti discutibili?

La ripartenza del calcio italiano è stata molto complicata, ma la fase critica non è ancora passata. Gli stadi chiusi rappresentano una fonte di perdita praticamente quotidiana per tutti gli attori in gioco. Non è un caso, come riportato nei giorni scorsi da Repubblica.it, che tre club non hanno ancora pagato ai propri tesserati le mensilità di giugno 2020. Di soldi ce ne sono molto pochi e le conseguenze dell’emergenza Covid-19 sul calcio e lo sport in generale si faranno sentire ancora per un bel po’ di stagioni. È una crisi che probabilmente non ha ancora mostrato tutti i suoi effetti e che ci costringerà inevitabilmente a pensare a nuovi modelli di business per sorreggere un “giocattolo”, che non riguarda solo “i miliardari” che scendono in campo, ma tutto l’indotto che ne consegue (giornalisti, attività ricettive, trasporti etc.).

I piani B e C per terminare la Serie A

Il calcio dà da mangiare a tanti ed è anche per questo che il presidente Federale, Gabriele Gravina, ha ribadito anche nei giorni scorsi che, qualora non vi fossero le condizioni per terminare il campionato sono pronti un “piano B e un piano C”. La Figc li tiene nel cassetto, ma è pronta a tirarli fuori appena vene fosse la necessità. Ovviamente, la speranza è che tutto si svolga regolarmente da qui ai prossimi Europei, con il vaccino che, a partire dalle prime settimane del 2021, dovrebbe dare respiro all’intero genere umano, dopo aver pagato un prezzo elevatissimo in termini di vite.