In tema di separazione e divorzio tra coniugi, la revisione dell’assegno divorzile è sempre un tema dibattuto da avvocati divorzisti e tribunali, perché l’assegno di divorzio concretizza un aspetto economico a favore del coniuge svantaggiato. 

I nuovi orientamenti in tema di revisione dell’assegno divorzile

Infatti, come dice l’Avvocato di Torino Anna Sagone che si occupa di divorzio e diritto matrimoniale internazionale, a febbraio 2021, il Tribunale di Roma e la Corte di Cassazione hanno stabilito con le loro sentenze che le donne, anche in quanto mogli, sono spesso discriminate nel mondo del lavoro. Questo assunto ha importanza anche sulle ex mogli che se e in quanto vittime di discriminazione sul lavoro, hanno diritto ad un riconoscimento in più relativamente all’assegno divorzile che percepiscono. 

In pratica la sentenza della Cassazione a Sezione Unite ha messo in rilievo il fatto che al di là delle situazioni specifiche da analizzare nel merito, il divario tra donne e uomini nel mondo del lavoro è una dato reale. La moglie compie spesso un sacrificio che non può essere sottovalutato e che può discriminarla quando si tratta di andare a determinare la cifra dell’assegno di divorzio. A causa dell’organizzazione del mondo del lavoro, la moglie rispetto al marito per fare carriera e guadagnare allo stesso modo deve spesso compiere una scelta di sacrificio, che comporta quella di occuparsi o meno esclusivamente della famiglia. Se è provato che la scelta di un’ex moglie è stata quella di occuparsi della famiglia e aver rinunciato al lavoro e alla carriera, allora ha diritto ad un riconoscimento economico che dev’essere previsto nell’assegno di divorzio e nella revisione dell’assegno divorzile.

Le sentenze dei Giudici della Cassazione si basano su elementi statistici. Per esempio la più alta percentuale di disoccupazione femminile rispetto a quella maschile, i ruoli di apice nelle amministrazioni pubbliche e società private affidati di più agli uomini e meno alle donne ecc.

Con l’aiuto dell’avvocato per il divorzio, i coniugi che si apprestano a separarsi devono chiarire i ruoli che si sono dati all’interno della relazione matrimoniale. Ruoli che definiscono anche i singoli profili economici e patrimoniali che andranno a definire l’assegno di divorzio. Infatti i giudici scrivono che,

I ruoli all’interno della relazione matrimoniale costituiscono un fattore, molto di frequente, decisivo nella definizione dei singoli profili economico-patrimoniali post-matrimoniali e sono frutto di scelte comuni fondate sull’autodeterminazione e sull’auto-responsabilità di entrambi i coniugi all’inizio e nella continuazione della relazione matrimoniale. Non si può trascurare, per la ricchezza e univocità dei relativi riscontri statistici, la perdurante situazione di oggettivo squilibrio di genere nell’accesso al lavoro, maggiore se aggravata dall’età”.

Assegno divorzile quando non è dovuto

Naturalmente ci sono casi in cui l’assegno di divorzio non è dovuto oppure casi in cui la scelta del coniuge non è stata dettata da una rinuncia quanto dall’assenza di volontà a voler lavorare. In questo senso la giurisprudenza si è già più volte espressa con il principio ormai sancito che l’assegno divorzile, per quanto riguarda il mantenimento economico dell’ex coniuge, non è lo strumento attraverso il quale garantire lo stesso tenore di vita tenuto in regime di matrimonio, anche dopo il divorzio. Per questo la quantificazione economica dell’assegno di divorzio è un’aspetto molto delicato da affrontare all’interno della causa di separazione e divorzio.

Revoca dell’assegno divorzile

Le stesse considerazioni possono essere fatte relativamente ai casi di revoca dell’assegno divorzile, per lo più conseguenti al mutamento del quadro economico riconducibile ai singoli ex coniugi oppure all’instaurazione di una nuova relazione stabile more uxorio di uno dei due. In ogni caso, l’eventuale mutamento sopravvenuto delle condizioni patrimoniali degli ex coniugi,  attiene agli elementi di fatto e rappresenta il presupposto necessario che deve essere accertato dal giudice perché possa procedersi al giudizio di revisione o di revoca dell’assegno di divorzio.